Ultimi dati dell’agenzia del Territorio:
poco da dire, tutto da fare.
I dati dell’agenzia del territorio appena pubblicati e
relativi al 2012 sono lapidari: 448.364 compravendite. Come
già si è avuto modo di leggere su varie testate,
ben 150.000 compravendite in meno dell’anno precedente.
Non credo ci siano commenti ulteriori da fare. Non perché
siano esaurite le parole o siano già state espresse tutte
le preoccupazioni, ma semplicemente perché tutte le persone
lucide e con capacità di vedere in prospettiva, avevano
già capito da tempo (da qualche anno) che saremmo arrivati
a queste cifre.
Quindi una notizia non inaspettata! La questione è: cosa
accadrà adesso?
In questi anni non mi sono mai risparmiato nell’affermare
che era sciocco e illusorio confidare in una ripresa a breve
e che probabilmente il peggio doveva ancora arrivare.
Credo però che adesso siamo arrivati al limite minimo
e fisiologico del mercato, cioè che abbiamo raggiunto
il picco basso.
È possibile che mi stia sbagliando, che in qualche modo
mi sia “affezionato” alle mie ipotesi, e cioè
che dal momento in cui nel corso degli ultimi anni mi sono abituato
a pensare proprio ad una cifra di questo genere, ora che la
vedo raggiunta, commetta l’errore di ritenere che il mercato
non possa scendere ulteriormente.
Il fatto è che se detesto profondamente gli spacciatori
di illusioni e coloro che non guardano la realtà perché
non corrisponde ai loro desideri, neanche amo catastrofismi
e vittimismi.
Il 2013 potrebbe anche chiudersi con qualcosina meno del 2012,
ma dovrebbe esservi una sostanziale stabilizzazione del numero
di compravendite. Per andare sensibilmente al di sotto del numero
delle compravendite del 2012 dovremmo trovarci difronte ad un
dramma sociale diffuso e generalizzato. Per scendere sotto le
400.000 compravendite dovremmo trovarci difronte ad una catastrofe
socioeconomica in grado di interessare tutto il sistema.
Per questi motivi, ritengo si possa affermare che siamo al punto
più basso. Ripresa a breve? Non esageriamo! Smettere
di scendere non vuol dire salire!
Abbiamo molto da lavorare, da rivedere, da correggere, da migliorare.
Si aprono nuovi orizzonti, patria di chi sa guardare la realtà,
lottare e qualificarsi costantemente.
Stefano Lascar
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